Torino, 2 giugno 2016 - Nell'imminenza delle elezioni amministrative del 5 giugno uno dei temi abbracciati da molti candidati nelle scorse settimane è quello del software libero ed opensource, introdotto all'attenzione della politica locale un anno e mezzo fa con l'annuncio della migrazione a Linux delle postazioni informatiche del Comune. Tema che concerne l'innovazione e la digitalizzazione di Palazzo di Città, ma con evidenti ricadute sul bilancio comunale e, sul medio termine, dai possibili risvolti benefici sull'occupazione nel settore ICT cittadino.

La comunità autoctona di sostenitori ha diramato ad inizio maggio un appello ai pretendenti al Consiglio Comunale, pubblicato sul sito linuxtorino.org, trovando riscontro positivo presso liste e partiti di ogni orientamento. Tra i candidati che hanno aderito figurano Piero Fassino (personalmente coinvolto in qualità di sindaco nel settembre 2015 in occasione di un colloquio privato con Richard Stallman, fondatore del Movimento Free Software), Chiara Appendino e Giorgio Airaudo, nonché diversi consiglieri ed assessori della Giunta uscente che confermano così il proprio impegno a sostenere una iniziativa che molta attenzione ha suscitato a livello nazionale ed internazionale. Certo in virtù dei 3.5 milioni di euro di risparmi previsti, in licenze ed in semplificazione della manutenzione del parco macchine, ma anche per il suo impatto politico: la migrazione di Torino si pone come dimostrazione della fattibilità di un progetto, l'adozione di software libero, altrove fallito più per scarsa competenza, conflitto di interessi e pressioni esterne che per presunti limiti tecnici degli strumenti proposti.

Il fermento sul tema ha raggiunto in questi giorni anche CSI Piemonte, il consorzio pubblico responsabile dell'infrastruttura informatica del Comune ed attivo per l'implementazione dell'opera, che martedi 31 maggio ha organizzato un incontro pubblico di aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori. I quali procedono, prudentemente ma come da manuale: sulla quasi totalità delle postazioni sono già stati installati gli applicativi opensource più comuni, da Firefox a LibreOffice, e sono stati coinvolti 50 dipendenti "master" maggiormente avvezzi al cambiamento tecnologico per fornire un primo supporto ai colleghi ed accompagnarli nella fase di transizione. Nel frattempo sono in arrivo 900 "thin client", destinati a sostituire i computer oramai troppo obsoleti per essere ancora utilizzabili, ed i sistemisti di CSI Piemonte stanno raffinando la piattaforma di virtualizzazione per la distribuzione centralizzata del desktop Linux. Nel prossimo periodo sarà allestito un "Open Laboratory" comunale, per far toccare con mano in anteprima a tutti gli interessati la piattaforma in oggetto, e saranno avviati specifici corsi di formazione.

 

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